LA MAESTRA E LA BANDIERA ROSSA

Edizioni Leva, Crema, pagine 390, lire 20.000

Tra i tanti compiti che un uomo di lettere puo' porsi al culmine di una lunga vita, Franco De Poli ha scelto uno dei piu' complessi: fare della propria madre la protagonista di una vicenda romanzesca.

Una madre perduta in giovane eta' e dimenticata - addirittura rimossa - anche dalla citta' nella quale agi' come personaggio storico, di quelli definiti "minori", a lei il figlio si e' riavvicinato non solo tentando di rimettere in luce brandelli di ricordi, ma ascoltando la voce di anziani testimoni e facendo attente ricerche nelle anagrafi, negli archivi e nelle biblioteche.

Da queste ultime e' nata, grazie anche alla collaborazione con Gabriella Battistin. l'antologia "Anna Adelmi donna in guerra" pubblicata nel 1997 da Franco Angeli, che raccoglie 74 scritti della "maestrina" ed e' stata alla base del Premio Anna Adelmi che mobilita da tre anni le scuole del territorio di Crema.

Le pagine de "La maestra e la bandiera rossa" tentano, a piu' di sessant'anni dalla morte della protagonista, di dare un'immagine persuasiva di questa donna d'altri tempi (ma cosi "moderna" per quanto riguarda il suo modo di affrontare l'eterna questione femminile) e di spiegare il complesso mondo - quello delle cascine e dell'industria in sviluppo - in cui crebbe ed agi', con quelle idee del socialismo che ispirarono la sua breve ed intensa esistenza.

Ne e' nato cosi il racconto di un'epoca, i primi vent'anni del 1900, che ci sembra lontanissima, dominata dalle sanguinose battaglie della Grande Guerra e dai moti popolari che la precedettero e la seguirono: punto d'osservazione la cittadina lombarda di Crema, dove le vicende quotidiane di una donna alla ricerca di se stessa si riflettono nello specchio di profonde trasformazioni economiche e sociali.

 

Piccoli e grandi episodi accompagnano la crescita intellettuale della piccola Anna, figlia di ignoti, allevata nella miseria della cascina, e poi studentessa indomabile per diventare maestra, giornalista di qualita' e infine prima segretaria donna della Camera del Lavoro.

Una crescita che, come tante altre, fu travolta dalla nera ondata del fascismo, implacabile nell'annientare la voce degli oppositori.

Una narrazione storico-popolare insomma, questa di Franco De Poli, che puo' apparentarsi con quelle che Giovanni Raboni - recensendo i "Romanzi di Finisterre" d'Alberto Casadei, cosi' definisce: "Il romanzo puo' efficacemente contrastare la tendenza dei sopravvissuti e dei posteri a "non accorgersi piu'" dell'orrore, a smarrire (complice la sovrainformazione di tipo televisivo) il senso, il peso, la verita' delle grandi catastrofi umane".

Quale fu, appunto, la prima guerra mondiale.