Capitolo 8

Parte Prima

 

 

 

 

 

 

<<Ma adesso viene il più bello>> disse improvviso Polani, levandosi. La sua figura massiccia si profilava nel bagliore del caminetto, malsicura per il vino bevuto: <<Venite con me>>. Gli uomini lo seguirono verso la porta che portava alla cantina, lasciando sul tavolo le formelle, finestre luminose aperte nello spessore del legno. Polani aveva preso una lampada da ferroviere e faceva strada giù per i gradini ripidi e corrosi. La scala era lunga, con svolte ad angolo retto, e sprofondava in un buio reso ostile dalle ragnatele che sfioravano i volti degli uomini. Incerti squitìi di topi venivano dal basso e qualche volta la luce ondeggiante della pila pareva illuminare sagome nere di pipistrelli appesi agli orli del soffitto.

Il pavimento sul quale posero il piede era di rena sottile e asciutta, morbida come il velluto. Il fascio di luce frugava tra colonne snelle dai capitelli ornati di rigidi fiori di pietra, archi aguzzi tagliavano obliqui lo spazio nero e profondo. C’erano scaffali con bottiglie polverose, vecchi mobili schiantati negli angoli, contro le pareti formate da blocchi squadrati di pietra. Polani, appoggiata la pila su un alto gradino che correva lungo il muro, accese con un fiammifero una lucerna dal vetro sottile. <<Accostatevi>> disse brusco. C’era una cassapanca, al centro della stanza, e l’uomo, sollevato il pesante coperchio che scricchiolava, tese la lucerna verso l’interno. Con un balzo al cuore, Bernardo vide una figura in vesti colorate riversa sul fondo di legno. Ma l’impressione d’orrore svanì nel momento in cui la luce illuminò un volto placido e sereno, non turbato dalla vernice smangiata che lo ricopriva e dai sottili fori dei tarli.

Polani s’era inginocchiato nella sabbia e, in atteggiamento riverente, si era messo a lambire con uno straccio il volto e gli abiti della statua. <<Santa Fosca>>, bisbigliò con rispetto. Il capo della santa pesava dolcemente su un rigonfio cuscino che l’ignoto creatore aveva reso, intagliando abilmente il legno, nella sua morbidezza. Il viso, dai lineamenti appena accennati, pareva immerso in profonda meditazione, gli occhi socchiusi, le labbra esangui atteggiate in un disarmante sorriso. Una cappa marrone partiva dal cappuccio che copriva parte della fronte e scendeva fino ai piedi; era aperta, davanti, su un lungo camice azzurro cupo, chiazzato qua e là dove il colore si era scrostato, mostrando la materia gessosa della quale il legno era stato ricoperto. Le mani lunghe, ben pronunciate, erano posate in croce sopra il pube, quasi a trattenere la cappa perché non scivolasse lungo i fianchi.

La perfezione della creatura lignea era assoluta, tale da diffondere una sensazione di equilibrio e di pace. La fiamma della lucerna illuminava i volti degli uomini: quasi implorante quello di Polani, che rimaneva inginocchiato, con le mani aggrappate al bordo della cassapanca, placidi gli altri. Anche Urso, che pareva intagliato nello stesso legno marrone della statua, aveva occhi inteneriti. Bernardo si teneva in disparte, testimone di un rito del quale, suo malgrado, si sentiva sempre più partecipe. Al punto che, cedendo a un moto interiore di cui non riuscì a cogliere l’origine, si inginocchiò di fianco a Polani. <<Sei bella>> mormorava l’uomo con voce dolcissima, <<sei bella>>. La lucerna, con i suoi guizzi, pareva scandire un tempo immobile e vuoto. Polani, uscito dall’estasi, fece scorrere ancora una volta la luce sul lungo corpo disteso e poi rinchiuse con delicatezza la cassapanca. L’attimo indefinibile era passato.

Con passo lento i quattro risalirono le scale e quando furono di nuovo in cucina videro che Amabile Polani era rientrata e sedeva in fondo al tavolo: curva sopra un tombolo ovale faceva muovere i fuselli con gesti regolari. Davanti a lei era posato un bicchiere di vino pieno a metà e un altro fiasco era stato appoggiato di fronte a quello, ormai vuoto, degli uomini. La padrona di casa aveva ravvivato il fuoco e adesso nel caminetto si levava un’alta fiamma che aggrediva vorace tronchi di legno secco e stagionato disegnando altre ombre inquiete sulle pareti. I quattro uomini si sedettero senza parlare e ripresero di nuovo a bere mentre Amabile lavorava a capo chino.

 

Prefazione

Introduzione

Parte prima

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3

4

5

6

7

8

9

10

11

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13

14

15

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Parte seconda

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13

Epilogo

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